Dita a martello
Il dito a martello è una deformità delle dita del piede caratterizzata da una flessione dell’articolazione interfalangea prossimale associata ad iperestensione dorsale della articolazione metatarso-falangea e talora anche della articolazione interfalangea distale che dispone il dito come il martelletto del tasto del pianoforte da cui deriva il nome. Questa deformità può causare dolore e formazione di callosità sul dorso del dito nell’articolazione tra le prime due falangi causa attrito con le calzature chiuse e ispessimento della pelle plantare a livello dell’articolazione tra il dito ed il metatarso corrispondente.
EZIOPATOGENESI
La causa principale del dito a martello è uno squilibrio muscolo-tendineo che porta alla flessione del dito. Inizialmente vi è la degenerazione poi la rottura della capsula articolare metatarso-falangea che aumenta l’instabilità e la predisposizione a sviluppare la deformità. Tale squilibrio che è spesso la causa iniziale di questa deformità, può essere correlata a diverse malattie: artrite reumatoide e artrite psoriasica, artrosi, paralisi cerebrali infantili, ictus, frattura guarite in posizione non corretta, precedenti interventi chirurgici, infiltrazioni con cortisone. Altra causa può essere un dito più lungo degli altri che all’interno delle scarpe viene forzato a piegarsi.
DIAGNOSI
La diagnosi è molto semplice e si fa semplicemente con l’esame del piede. Tuttavia radiografie del piede eseguite da in piedi permettono in fasi più avanzate di vedere un’eventuale lussazione tra la prima falange del dito ed il suo corrispondente metatarso. Le radiografie sono indispensabili anche per valutare la presenza di anomalie a carico delle altre articolazioni e ossa del piede. Queste indagini pertanto sono indispensabili nella pianificazione di un eventuale intervento chirurgico.
TERAPIA
Quando l’utilizzo di scarpe comode, l’impiego di plantari o protettori in silicone della zona dolorosa interessata non porta sollievo al paziente, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
Artrodesi dell’articolazione interfalangea prossimale: è uno degli interventi più frequentemente eseguiti in chirurgia del piede. Lo scopo dell’intervento è di fondere l’articolazione interfalangea prossimale (ormai rigida e artrosica) in una posizione più fisiologica. Incisa la pelle nella parte dorsale del dito si procede a fissare i frammenti ossei con un filo rigido di metallo, con un diametro compreso di 1,5 mm (chiamato filo di Kirschner), che fuoriesce dalla pelle per circa mezzo centimetro e viene coperto da una medicazione sterile che lo proteggerà fino al momento della sua rimozione che avviene ambulatorialmente a circa 30 giorni dall’intervento in maniera assolutamente indolore.
LA MIA OPINIONE
Raramente un paziente presenta dita a martello senza associata deformità dell’alluce. Raramente plantari o tutori risolvono il quadro doloroso associato a tale deformità. Raddrizzare un dito a martello è un intervento semplice, pressoché indolore nel post-operatorio. E’ normale che quando l’ortopedico informa che per raddrizzare il dito si deve bloccare l’articolazione deformata il paziente si preoccupi: il paziente non si rende conto che tale articolazione è già “bloccata” però con un’angolazione dolorosa e non funzionale. In definitiva meglio un dito rigido e dritto che rigido e storto.