Alluce valgo 2019-01-10T15:19:34+00:00

Alluce valgo

L’alluce valgo è una deformità del piede caratterizzata da deviazione all’esterno del primo dito associata a deviazione verso l’interno del primo metatarso. Quasi sempre la deformità si associa ad altre alterazioni dell’avampiede quali dita a martello, dita in griffe o metatarsalgia.

E’ noto come nello sviluppo di questa patologia siano coinvolti fattori genetici: esiste infatti una predisposizione allo sviluppo della deformità spesso legata alla familiarità. Anche alcuni fattori ambientali favoriscono la manifestazione dell’alluce valgo, primo fra tutti l’utilizzo di scarpe a punta e con tacco alto. Soprattutto per quest’ultimo motivo è molto più frequente nelle donne che negli uomini.

Favoriscono l’insorgenza della deformità anche cause biomeccaniche (il piede piatto, l’amputazione del secondo dito per scomparsa del suo supporto laterale), paralisi neuro-muscolari, artrite reumatoide, poliomielite, accidenti cerebro-vascolari, sindrome di Down, malattia di Marfan. In genere tutto ciò che provoca instabilità o lassità articolare può favorire la formazione dell’alluce valgo.

Quando i dolori insorgono in età giovanile solitamente si tratta di ragazze con l’alluce molto più lungo delle altre dita che, a causa dei tacchi alti, tocca la punta della scarpa spingendo indietro il primo metatarso e deviandolo in varo.

La forma più tipica è quella delle donne adulte, dopo la menopausa quando cioè si manifestano varici, iperlassità legamentosa, aumento ponderale e artrosi generalizzata.

QUADRO CLINICO E SINTOMI

Il primo metatarso è deviato in varo e pronato, spesso inoltre presenta una rotazione interna del suo asse che facilita la lussazione, cioè lo spostamento, dei sesamoidi. Sulla parte interna del piede appare una prominenza ossea, l’esostosi, definita popolarmente “Cipolla” o “Nocetta”.

Spesso l’alluce oltrechè valgo cioè deviato verso l’esterno del piede può essere pronato cioè ruotato in modo che la sua unghia guardi verso la parte interna del piede facilitando la formazione di 2° dito a martello.

Frequenti sono anche l’ipercheratosi, cioè la formazione di callosità, e la borsite, cioè una tumefazione arrossata dovuta ad infiammazione della cute e del sottocute, entrambe localizzate quasi sempre sulla parte interna della testa del primo metatarso. La borsite, essendo in continuo conflitto con la calzatura, può ulcerarsi.

Col passare del tempo la deviazione dell’alluce verso l’esterno del piede provoca deformità delle dita vicine (a martello o in griffe) cominciando sempre dal 2° dito e metatarsalgia cioè dolore plantare sulle teste metatarsali conseguente all’alterata biomeccanica dell’avampiede.

I sintomi principali sono il dolore, l’arrossamento ed il bruciore a livello della cosiddetta “Cipolla” che anatomicamente rappresenta la testa sporgente ed ingrossata del metatarso deviato.

ALLUCE VALGO DI GRAVITA’ INGRAVESCENTE

DIAGNOSI

La diagnosi si esegue in maniera semplice mediante l’esame clinico. L’esecuzione di una radiografia in ortostasi, cioè eseguita col paziente in piedi, in due proiezioni è indispensabile soltanto in previsione di intervento chirurgico o in caso di grave deformità dell’avampiede.

TERAPIA

Non tutti i casi di alluce valgo sono sintomatici, cioè provocano dolore o disturbi funzionali.

Il trattamento incruento ha il solo scopo di ridurre il dolore del paziente. Tale risultato si può ottenere utilizzando calzature comode, che evitino cioè la pressione sull’esostosi mediale, eventuale adeguato plantare di supporto, calzature con lacci in pelle e tessuto morbidi. Sono anche di parziale aiuto cuscinetti in silicone per l’esostosi e divaricatori da inserire tra alluce e 2° dito.

TUTORI E DIVARICATORI PER ALLUCE VALGO

Il trattamento chirurgico pur essendo nella grande maggioranza dei casi la soluzione più idonea ed efficace è da prendere in considerazione in rapporto a vari fattori: intensità della sintomatologia dolorosa, esame clinico, quadro radiografico, età, sesso, aspettative del paziente, attività lavorativa svolta, calzature utilizzate, sport praticati.

La finalità dell’intervento è quella di ridurre o eliminare il quadro doloroso garantendo una correzione stabile nel tempo, una buona funzionalità del piede e un miglioramento dell’aspetto estetico.

Tutto ciò con interventi eseguiti in anestesia locale in Day Surgery trattando anche entrambi i piedi contemporaneamente in caso di bilateralità della deformità.

Sono vari i tipi di tecnica che uso personalmente: mini invasiva, percutanea, a cielo aperto (De Prado, SERI, Bosch, Chevron). Nella grandissima maggioranza dei casi comunque si deve eseguire un’osteotomia (resecare l’osso) metatarsale distale che è il tipo di correzione universalmente riconosciuta come la più efficace. Statisticamente si può affermare che con queste tecniche i risultati buoni ed eccellenti raggiungono il 95% dei casi.

IMMAGINE PRE-OPERATORIA   IMMAGINE POST-OPERATORIA

RX PRE-OPERATORIA           RX POST-OPERATORIA                RX A 3 MESI

POST-OPERATORIO

Al termine dell’intervento il piede viene avvolto da bende disposte in maniera particolare per mantenere in posizione corretta le dita operate. Il paziente cammina da subito con un’apposita calzatura che permette la deambulazione senza concedere il carico sulla parte anteriore del piede, cioè quella operata. Per qualche giorno dopo l’intervento è frequente il dolore, normalmente ben controllato con l’assunzione di farmaci analgesici che vengono consigliati al momento della dimissione. Nei primi giorni dopo l’intervento il paziente dovrà mantenere il piede operato in posizione elevata, mentre per tutto il periodo di convalescenza dovrà evitare lunghe passeggiate ed evitare di restare a lungo in stazione eretta. Durante tale convalescenza è frequente che il piede presenti edema. Ciò è conseguenza del trauma legato all’intervento, della scarsa mobilizzazione e deambulazione, della presenza di problemi venosi agli arti inferiori. Tale gonfiore si risolve in un periodo variabile da qualche settimana a qualche mese. A circa 30 giorni dall’intervento viene eseguito un controllo ambulatoriale, durante il quale si rimuove il bendaggio, vengono asportati i punti di sutura, vengono rimossi con una pinza i fili metallici inseriti durante l’intervento all’interno del piede (tale manovra è rapida e assolutamente indolore), vengono eseguite radiografie di controllo.

BENDAGGIO POST-OPERATORIO      CALZATURA POST-OPERATORIA

PROGNOSI

Dopo il controllo ambulatoriale il paziente riprende l’uso di calzature normali e deve iniziare gli esercizi di fisioterapia consigliati. Normalmente la prognosi è compresa fra le 6 e le 8 settimane. La completa ripresa funzionale, che può variare in base al tipo di attività professionale del paziente e al decorso clinico individuale, avviene a 2-3 mesi dal giorno dell’intervento.

L’esito di tale intervento è influenzato da numerosi fattori quali l’età, l’entità della deformità ed il grado di correggibilità passiva della stessa, l’eventuale presenza di degenerazione artrosica delle superfici articolari, le abitudini di vita, le caratteristiche ambientali e lavorative, l’osservanza dei consigli postoperatori, la presenza di patologie concomitanti quali diabete, disturbi circolatori, alterazioni trofiche cutanee.

LA MIA OPINIONE

Ho operato oltre 2000 pazienti affetti da deformità ai piedi, principalmente proprio di alluce valgo. Il mio consiglio è quello di sottoporsi ad intervento solo quando alla deformità si associa dolore. Non c’è motivo di raddrizzare un alluce solo per questioni estetiche. Oltretutto è possibile in ogni momento correggere qualsiasi deformità, anche la più grave. Trattandosi di interventi che si eseguono in anestesia locale a qualsiasi età e con qualsiasi patologia concomitante tali interventi possono essere eseguiti. Le tecniche sono tante, forse troppe. Recentemente sono utilizzate tecniche che permettono di eseguire ferite chirurgiche più piccole (pochi millimetri di differenza) ma a mio modo di vedere non consentono di lavorare con la stessa sicurezza e garanzia.

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