Spondilolistesi
Per spondilolistesi si intende lo scivolamento in avanti di una vertebra rispetto alla sottostante.
Esistono due tipi di spondilolistesi: da lisi istmica e degenerativa.
La Spondilolistesi da Lisi Istmica più frequente, ad insorgenza giovanile, è dovuta ad interruzione dell’istmo (cioè lo spazio compreso tra l’articolare superiore e l’articolare inferiore). In tal caso, essendo la vertebra interessata divisa in due, scivolano in avanti il corpo e l’arco posteriore mentre le articolari inferiori e la spinosa sono rimangono solidali alla vertebra sottostante. Interessa in grandissima percentuale lo spazio L5-S1, in misura minore L4-L5 ed L3-L4.
Colpisce circa il 5% della popolazione ed è più frequente negli sportivi tanto che tra i tuffatori, sollevatori di pesi ed i ginnasti tale percentuale raggiunge il 25-30%.
Non si tratta di un’anomalia congenita (altrimenti se ne potrebbe evidenziare la presenza alla nascita), ma la percentuale nella popolazione generale e la sua presenza in numero elevatissimo in particolari soggetti, il cui rachide lombare viene sottoposto a particolari sovraccarichi ripetuti, fa pensare che forme diverse di sovraccarico funzionale del rachide lombare possano indurre una lisi degli istmi.
La Spondilolistesi Degenerativa invece, caratteristica delle persone adulte che presentano alterazioni degenerative della colonna vertebrale lombare, provoca scivolamento in avanti di tutta la vertebra interessata. in conseguenza di progressiva alterazione delle caratteristiche meccaniche del Segmento di Moto. La vertebra più di frequente colpita da tale alterazione è la L4. Non essendovi lisi dell’istmo tutta la vertebra scivola avanti provocando un restringimento del canale vertebrale, cui conseguono sintomi molto simili a quelli lamentati in caso di stenosi del canale vertebrale lombare.
DIAGNOSI
La spondilolistesi può essere del tutto asintomatica tanto che spesso viene scoperta per caso eseguendo radiografie del rachide lombare. Comunque c’è sempre scarsa correlazione tra il grado di scivolamento e la presenza di sintomi.
I sintomi più frequenti sono:
- Lombalgia meccanica, che peggiora coi movimenti e migliora con il riposo, di solito accentuata in estensione o in stazione eretta e durante il passaggio dalla posizione seduta a quella in piedi
- Contrattura dei muscoli ischiocrurali, ipertonicità dei muscoli paraspinali
- Disturbi di sensibilità (formicolio, bruciore, intorpidimento) fino a deficit motorio degli arti inferiori.
- Iperlordosi lombare
- Depressione a “gradino” del passaggio lombosacrale.
- Claudicatio neurogena, da stenosi secondaria spesso associata.
- Difetto di andatura, ovvero per retrazione dei muscoli ischiocrurali la gamba è rigida, il passo breve e si associa a rotazione pelvica. Talora la marcia è in punta di piedi e a ginocchia flesse
L’esame neurologico spesso è negativo.
Gli accertamenti prevedono l’esecuzione di semplici radiografie del tratto lombo-sacrale che evidenziano nella proiezione in laterale lo scivolamento e nella proiezione obliqua l’eventuale l’interruzione dell’istmo.
La TC e la RM consentono un ulteriore approfondimento diagnostico in quanto possono mostrare la presenza di una compressione radicolare o di una stenosi, l’eventuale degenerazione discale all’origine della malattia.
TERAPIA
La maggior parte dei pazienti affetti da spondilolistesi può essere trattata conservativamente. Infatti, soprattutto le forme lievi rappresentano negli adulti una condizione benigna, dove la progressione dello scivolamento si ha solo nel 30% dei pazienti.
Lo scopo del trattamento conservativo è quello di rinforzare la muscolatura del tronco per ridare stabilità alla colonna, rieducare il paziente a mantenere una postura adeguata. In fase acuta, quando il quadro clinico è dominato da una costante lombalgia, l’elemento più importante della terapia è un adeguato periodo di riposo a letto associato ad opportuna somministrazione di antinfiammatori e miorilassanti. Regredita la fase acuta si insegnerà al paziente ad eseguire esercizi isometrici per i muscoli del tronco, specialmente la muscolatura addominale, quella respiratoria ed esercizi attivi per la muscolatura degli arti superiori. Può essere utile anche l’impiego temporaneo di busto ortopedico.
In presenza di sintomi disabilitanti conseguenti ad una compressione radicolare, alla stenosi e/o all’instabilità è invece necessario il trattamento chirurgico.
Le opzioni sono varie a seconda della presenza di uno o più dei quadri clinici elencati. Quasi sempre è necessario recuperare la perduta stabilità quindi eseguendo un’artrodesi del tratto interessato mediante fissazione peduncolare ed inserimento di gabbiette intersomatiche per via posteriore (PLIF, TLIF) o per via anteriore (ALIF). Durante tale manovra spesso si ottiene anche riduzione dello scivolamento della vertebra. In associazione a tali gesti chirurgici in presenza di stenosi o compressione radicolare può rendersi necessario eseguire decompressione mediante laminectomie e/o foraminotomie più o meno estese.
LA MIA OPINIONE
E’ vero che lo scivolamento della vertebra può aumentare nel tempo ma molto lentamente per cui vietato credere di “finire” su una sedia a rotelle in tal caso. Il più frequente sintomo indotto dalla spondilolistesi è la lombalgia. Però avere una spondilolistesi non significa avere per forza lombalgia nè tantomeno si deve pensare che la lombalgia in presenza di spondiloistesi sia da attribuire inevitabilmente a quest’ultima.