Artrosi dell’anca 2019-01-10T16:01:53+00:00

Artrosi dell’anca

L’artrosi dell’anca o coxartrosi è una patologia degenerativa tipica dell’età avanzata che coinvolge, deformandola, l’articolazione dell’anca. L’articolazione è formata dalla testa del femore e dalla cavità acetabolare, che quando sono sane risultano congruenti in quanto la prima perfettamente sferica e la seconda perfettamente concava. Entrambe sono ricoperte da cartilagine nella porzione che entra in contatto reciproco
La cartilagine che riveste i due capi articolari col tempo può diventare sempre più sottile e meno elastica. In conseguenza di ciò lo strato osseo sotto la cartilagine essendo più esposto agli effetti negativi del peso, va incontro ad alterazioni progressive e irreversibili, diventando più dura e indebolita dalla formazione di piccole cavità. In contemporanea possono formarsi protuberanze ossee chiamate osteofiti.
Si distingue una coxartrosi primitiva, più frequente, quando non è nota la causa determinante e una coxartrosi secondaria quando alla sua origine vi sono disordini locali (esiti di frattura, necrosi avascolare della testa del femore, displasia dell’anca, impingement femoro-acetabolare.

SINTOMI

Il sintomo prevalente è il dolore (la cosiddetta coxalgia), localizzato in sede inguinale e in sede glutea. E’ frequente l’irradiazione del dolore lungo la faccia anteriore della coscia fino al ginocchio. Poiché l’origine del dolore è essenzialmente meccanica, questo è provocato dalla deambulazione e dal movimento articolare in genere, mentre scompare o si riduce con il riposo.
Il dolore indotto dal carico determina una zoppia di fuga: cioè il paziente tende a caricare poco sull’arto dolente, riducendo la fase di appoggio sul piede corrispondente.
Il dolore indotto dal movimento provoca invece per via riflessa la contrattura dei muscoli circostanti, soprattutto dei muscoli che ruotano esternamente l’anca (muscoli extrarotatori). Cioè induce una limitazione precoce della rotazione interna (ovvero il paziente non riesce più a ruotare la punta dei piedi in dentro) e successivamente anche degli altri movimenti, fino a rendere impossibili azioni quotidiane come calzare una scarpa.
L’usura del rivestimento cartilagineo dei capi articolari può arrivare a provocare accorciamento dell’arto interessato anche di qualche centimetro.

DIAGNOSI

La diagnosi di coxartrosi è radiologica. Una semplice radiografia nelle due proiezioni standard (antero-posteriore di bacino e assiale d’anca) evidenzia i segni radiologici classici dell’artrosi: riduzione della rima articolare, formazione di osteofiti ed eventuale deformità della testa del femore e/o dell’acetabolo.

TERAPIA

La terapia farmacologica (antidolorifici puri e/o antinfiammatori) è quasi sempre palliativa e dovrebbe essere impiegata per alleviare i disturbi nel paziente poco sintomatico o inoperabile. La terapia infiltrativa (acido jaluronico) è indicata solo in casi molto selezionati ed oltretutto va eseguita con controllo Ecografico. Le più comuni terapie fisiche (Laser, Ultrasuoni, Tecar, TENS) risultano in genere scarsamente efficaci.
Tutte le attività fisiche in assenza di carico (bicicletta, cyclette e nuoto) possono portare qualche beneficio poiché permettono di conservare più a lungo la mobilità dell’articolazione e il trofismo muscolare. Il calo ponderale in soggetti obesi può ridurre parzialmente la sintomatologia dolorosa.

Il trattamento più efficace è quello chirurgico ed è rappresentato dall’intervento di artroprotesi d’anca.

Le protesi sono composte da titanio ma laddove le due componenti cioè quella impiantata nel femore e quella impiantata nel bacino devono articolarsi è necessario un accoppiamento di materiali. L’abbinamento ceramica-ceramica è il materiale che associa la più alta resistenza ed il più basso coefficiente di attrito impedendo il cosiddetto “debridement”, cioè lo sfaldamento di piccole porzioni di materiale che sono la causa principale dello scollamento delle componenti protesiche. Un altro accoppiamento favorevole è quello tra ceramica e polietilene ad alto peso molecolare (un materiale plastico molto resistente), due materiali con elasticità differente. Anche in questo caso, grazie ai polietileni di ultima generazione, si ha scarsa produzione di “debridement”. L’abbinamento ceramica-ceramica è indicato per soggetti giovani, non eccessivamente pesanti. Mentre il ceramica-polietilene è indicato per soggetti anziani. Esiste anche l’accoppiamento metallo-metallo che permette di usare teste di grande diametro e che quindi ha il vantaggio di migliorare notevolmente il raggio di mobilità dell’anca. Però questo è un accoppiamento che tollera poco gli errori di posizionamento a causa dei quali produce “metallosi”, cioè liberazione di detriti metallici che è causa di scollamento e fallimento dell’impianto protesico

I dati di letteratura permettono di affermare che oltre il 90% delle protesi non presentano problemi a 15 anni dall’intervento.

Le tecniche utilizzate per impiantare una protesi sono varie.

Personalmente utilizzo l’accesso postero-laterale (la via chirurgica più utilizzata al mondo) e la via anteriore mini-invasiva (AMIS), molto innovativa che permette di impiantare la protesi senza distaccare muscoli e quindi una rapidissima e indolore riabilitazione.

LA MIA OPINIONE

Il paziente con un’anca dolente e rigida non deve esitare a sottoporsi ad intervento, l’impianto di una protesi gli cambierà la vita, gli farà tornare la voglia di camminare. Non poter camminare significa spegnersi pian piano. Dopo l’intervento il dolore passa fin da subito e spesso non sono necessarie intense cure fisioterapiche, contano più alcuni accorgimenti suggeriti al paziente. Nei rari casi di giovane adulto con coxartrosi trovo assurdo rinviare l’intervento: una volta sostituire una protesi per usura era un intervento pieno di incognite e rischi ma già da anni le revisioni di protesi sono interventi poco più impegnativi del primo intervento. Pertanto assurdo soffrire e ridurre le proprie attività per rinviare nel tempo un’intervento che restaura l’anca, garantisce lunga sopravvivenza della protesi e garantisce una facile sostituzione della stessa una volta usuratasi.

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