Artrosi dell’anca
SINTOMI
DIAGNOSI
La diagnosi di coxartrosi è radiologica. Una semplice radiografia nelle due proiezioni standard (antero-posteriore di bacino e assiale d’anca) evidenzia i segni radiologici classici dell’artrosi: riduzione della rima articolare, formazione di osteofiti ed eventuale deformità della testa del femore e/o dell’acetabolo.
TERAPIA
Il trattamento più efficace è quello chirurgico ed è rappresentato dall’intervento di artroprotesi d’anca.
Le protesi sono composte da titanio ma laddove le due componenti cioè quella impiantata nel femore e quella impiantata nel bacino devono articolarsi è necessario un accoppiamento di materiali. L’abbinamento ceramica-ceramica è il materiale che associa la più alta resistenza ed il più basso coefficiente di attrito impedendo il cosiddetto “debridement”, cioè lo sfaldamento di piccole porzioni di materiale che sono la causa principale dello scollamento delle componenti protesiche. Un altro accoppiamento favorevole è quello tra ceramica e polietilene ad alto peso molecolare (un materiale plastico molto resistente), due materiali con elasticità differente. Anche in questo caso, grazie ai polietileni di ultima generazione, si ha scarsa produzione di “debridement”. L’abbinamento ceramica-ceramica è indicato per soggetti giovani, non eccessivamente pesanti. Mentre il ceramica-polietilene è indicato per soggetti anziani. Esiste anche l’accoppiamento metallo-metallo che permette di usare teste di grande diametro e che quindi ha il vantaggio di migliorare notevolmente il raggio di mobilità dell’anca. Però questo è un accoppiamento che tollera poco gli errori di posizionamento a causa dei quali produce “metallosi”, cioè liberazione di detriti metallici che è causa di scollamento e fallimento dell’impianto protesico
I dati di letteratura permettono di affermare che oltre il 90% delle protesi non presentano problemi a 15 anni dall’intervento.
Le tecniche utilizzate per impiantare una protesi sono varie.
Personalmente utilizzo l’accesso postero-laterale (la via chirurgica più utilizzata al mondo) e la via anteriore mini-invasiva (AMIS), molto innovativa che permette di impiantare la protesi senza distaccare muscoli e quindi una rapidissima e indolore riabilitazione.
LA MIA OPINIONE
Il paziente con un’anca dolente e rigida non deve esitare a sottoporsi ad intervento, l’impianto di una protesi gli cambierà la vita, gli farà tornare la voglia di camminare. Non poter camminare significa spegnersi pian piano. Dopo l’intervento il dolore passa fin da subito e spesso non sono necessarie intense cure fisioterapiche, contano più alcuni accorgimenti suggeriti al paziente. Nei rari casi di giovane adulto con coxartrosi trovo assurdo rinviare l’intervento: una volta sostituire una protesi per usura era un intervento pieno di incognite e rischi ma già da anni le revisioni di protesi sono interventi poco più impegnativi del primo intervento. Pertanto assurdo soffrire e ridurre le proprie attività per rinviare nel tempo un’intervento che restaura l’anca, garantisce lunga sopravvivenza della protesi e garantisce una facile sostituzione della stessa una volta usuratasi.